Arte e comunicazione: i manifesti pubblicitari creati dai pittori

Siamo in Francia, nella seconda metà dell'800 e siamo nel cuore della seconda rivoluzione industriale, quando l'aria d'innovazione si respira a pieni polmoni nelle principali città e per la prima volta si assiste a un aumento della produzione dei beni con la necessità quindi di invogliare l'acquisto. Le città fremono, sono ricche di nuovi stimoli e si inizia ad ipotizzare l'utilità di una cartellonistica in grado di conquistare lo sguardo dei passanti.  

Questo è il periodo storico in cui è nato il concetto di manifesto pubblicitario per come lo intendiamo oggi, e il padre del manifesto non può che essere lui, Jules Chéret. 

Jules Chéret, figlio di un tipografo, impara l'arte della stampa in età giovanissima e ad appena tredici anni è apprendista presso un produttore di litografie.

Il codice estetico di Chéret mette al centro la figura femminile, un elemento che nelle sue locandine pubblicitarie mostra un sapore squisitamente francese; la scelta è dovuta all'intuizione, del pittore e pubblicitario, dell'importanza dell'immagine rispetto al testo, e quest'idea ha ampiamente contribuito ad aprire la strada alla pubblicità odierna. Le ragazze che comparivano nelle sue pubblicità erano chiamate Chérettes e si possono paragonare alle modelle pubblicitarie che siamo abituati a riconoscere ai giorni nostri nelle pubblità.  

Per quanto riguarda la composizione, l'eredità di Chéret è un linguaggio essenziale ma romantico, in grado di raccontare piccole scene di vita anche grazie alla dinamicità dei personaggi. Con Jules Chéret i manifesti pubblicitari per affissione passarono dall'essere un prodotto artigianale ad essere considerati come qualcosa di artistico, rilevante, degno di nota.

Se nel passeggiare per le vie della città siete stati catturati da qualche loncandina o manifesto che vi ha rapito la vista, il ringraziamento va al capostipite di questa tecnica di comunicazione visiva! 

Con Henri de Toulouse-Lautrec verso il '900

Ci siamo, quando il boom della pubblicità su manifesto è esploso, nessuno riesce a non rimanerne estasiato; considerato uno dei più capaci Maestri di stampa e litografia, di certo un artista del calibro di Toulouse-Lautrec non si è titato indietro e ha lasciato il segno nel settore.

Henri de Toulouse-Lautrec è stato uno degli ultimi pittori impressionisti e un abilissimo padroneggiatore della tecnica della litografia, che nella sua carriera di grafico – parallela alla pittura – ha avuto l'onore di collaborare con testate di alto livello e di sperimentare molto con la litografia.

Sino a quel momento, le arti grafiche venivano ritenute "minori", ma non quando una tale maestria esce dalla carta stampata: come Van Gogh, anche Lautrec studia le stampe giapponesi e ciò che intuisce è che l'immagine non è presentata come una scena immobile ma anzi, ha un vero e proprio ritmo che si trasmette allo spettatore. D'altra parte, le locandine pubblicitarie servono proprio a sollecitare un'azione!

Lo stile sintetico e lineare dell'artista trae ispirazione proprio da queste stampe orientali e contribuisce a creare un modo di interpretare la comunicazione visiva che sicuramente riconoscerete anche in stampe pubblicitarie più recenti: larghe campiture di colori intensi e piatti, giochi di contrasto – non eccessivo – e linee impetuose. 

Come Chéret, anche Toulouse-Lautrec ha dato un consistente contributo alla stampa dei manifesti pubblicitari odierna, ed è la sua volontà di creare un'immagine semplice ma potente, che rimanesse a lungo nella mente e nell'inconscio delle persone, che ritroviamo in tutte le sue realizzazioni. 

Il manifesto pubblicitario italiano firmato Armando Testa

Curiosi di sapere se c'è qualche capostipite anche nel panorama del manifesto pubblicitario italiano? Ovviamente sì, e probabilmente in molti lo conosceranno o l'avranno sentito nominare; il rappresentante del tricolore nella creazione di manifesti per affissione è Armando Testa, disegnatore, genio pubblicitario, copywriter, pittore amante dell'arte astratta ma soprattutto un grandissimo innovatore. 

Con i suoi personaggi caratteristici – ne parliamo nell'utlima puntata della storia dei manifesti pubblicitari –, i suoi slogan accattivanti e il guizzo di genio che pervade ogni sua creazione, Testa ha creato l'immaginario italiano durante il periodo del Boom Economico. 

Armando Testa nasce in un ambiente povero e tradizionalista ma il suo desiderio di scoperta lo porta ad esplorare la realtà intorno a sè per cercare quanto di stimolante ci fosse in giro; Testa commenta di sè "la curiosità è il primo scalino verso la creatività", una perla preziosa e senza tempo! 

Borsalino, Martini & Rossi, Lavazza, Sanbitter e molti altri sono i grandi brand italiani per cui Testa ha prodotto splendidi manifesti nel periodo del Dopoguerra; possiamo dire che la nostra rinascita economica è stata accompagnata dalla sua creatività prorompente.

Una delle particolarità della pubblicità su manifesto di Armando Testa è l'uso dei personaggi, proprio come avvenne per il Re Carpano, il primo di una fortunata serie di macchiette targate Testa; tra le altre, vi dicono niente Cermencita e Caballero del caffè Lavazza o l'ippopotamo Pippo creato per la Lines? 

A quest'uso creativo e maturo del folklore, del burlesco, della comicità spensierata – ma intelligente – si unisce la sua abilità di copywriter e il mix è di immenso successo: un personaggio pittoresco e caricaturale unito ad un claim semplice ed immediato.