Storia della pubblicità: nascita ed evoluzione del manifesto pubblicitario

La nascita dei manifesti pubblicitari: dal 1800 a oggi

Pubblicato il 17/09/2025

Quando si parla di pubblicità non si può non pensare ai manifesti pubblicitari. Di grandi dimensioni e dal forte impatto visivo, il manifesto è uno degli strumenti di persuasione più antichi e ancora oggi uno dei più efficaci. La sua storia ha radici ben più profonde del marketing per come lo intendiamo oggi: da secoli, ogni volta che occorreva comunicare un’informazione importante, si stampavano manifesti e volantini da affiggere o distribuire. Si parlava di politica, religione, commercio, spettacoli e, col tempo, di vera e propria pubblicità.

Le origini dei manifesti pubblicitari

Ma quando nascono i manifesti pubblicitari per affissione, simili a quelli che conosciamo oggi? Già nel Settecento la pubblicità si faceva spazio tra le pagine dei quotidiani: la quarta pagina era dedicata stabilmente alle inserzioni, tanto che “quarta di copertina” è rimasta sinonimo di pubblicità fino agli anni ’20 del Novecento. Inizialmente gli annunci erano gratuiti, ma verso la fine del secolo si intuì la portata del fenomeno e divennero a pagamento. Era solo l’inizio di un cambiamento epocale.

La rivoluzione industriale e la nascita dei manifesti moderni

Lo sviluppo dei manifesti pubblicitari moderni è strettamente legato alla rivoluzione industriale. A fine Ottocento, città come Parigi e Londra vivevano un fermento culturale e sociale senza precedenti. Artisti ed editori vennero inevitabilmente contagiati da questo clima e la stampa di manifesti divenne una vera mania. “Al momento le stampe sono l’unica cosa che interessa qui, è una mania, i giovani artisti non fanno altro che questo”, scriveva il pittore Camille Pissarro in una lettera a suo figlio, parlando della capitale francese.

È proprio in quegli anni che le arti visive nobili iniziarono a dialogare con l’editoria di massa: illustrazione, litografia e grafica convergevano in un fenomeno che avrebbe rivoluzionato il modo di comunicare. Non a caso, nel 1912 a Londra nacque la prima agenzia pubblicitaria della storia, aprendo la strada al settore come lo conosciamo oggi.

Jules Chéret: il padre del manifesto pubblicitario

Se oggi parliamo di manifesti pubblicitari come veri e propri strumenti artistici, il merito va soprattutto a Jules Chéret. Pittore e litografo francese, comprese immediatamente che l’immagine aveva un potere persuasivo superiore al testo. In tutta la sua carriera realizzò più di 1000 manifesti, caratterizzati da colori vivaci e figure dinamiche, guadagnandosi il titolo di “Padre del poster pubblicitario”.

Una curiosità: Chéret fu tra i primi a inserire figure femminili sorridenti e leggere nei suoi manifesti, un approccio che ribaltava l’immagine austera e moralista della donna dell’epoca. Queste figure, spesso chiamate “chérettes”, diventarono simboli di modernità, libertà e allegria. Di fatto, segnarono l’inizio di un legame indissolubile tra pubblicità e femminilità, che ancora oggi è centrale nelle strategie comunicative.

L’uso della figura femminile nella pubblicità

L’uso della donna nei manifesti pubblicitari non fu casuale: rifletteva l’influenza delle correnti artistiche del tempo, come il Romanticismo e il Realismo. Pensiamo a opere come “La libertà che guida il popolo” di Eugène Delacroix, dove la donna rappresenta la patria stessa, o “La colazione sull’erba” di Manet, che provocò scandalo per la sua audace rappresentazione femminile.

Manifesto pubblicitario dell'800

I pubblicitari dell’Ottocento compresero che la figura femminile catturava l’occhio, trasmetteva emozioni e generava empatia. Non era solo un abbellimento estetico: era una vera strategia di visual communication. Attraverso le donne raffigurate, i manifesti raccontavano un mondo desiderabile, attraente, accessibile a chiunque acquistasse quel prodotto o partecipasse a quello spettacolo.

Manifesti pubblicitari: arte e marketing insieme

Il periodo della rivoluzione industriale fu dunque la culla perfetta per i manifesti pubblicitari come li conosciamo oggi. Per la prima volta l’arte scese nelle strade e nelle piazze, diventando accessibile al popolo. La comunicazione visiva, che fino ad allora era rimasta confinata a musei, chiese e collezioni private, diventava quotidiana e popolare. Una vera rivoluzione democratica dell’immagine.

Non a caso, molti manifesti d’epoca oggi sono considerati opere d’arte e vengono esposti nei musei di tutto il mondo, dal MoMA di New York al Musée d’Orsay di Parigi. Sono testimoni non solo di una storia pubblicitaria, ma anche di un’epoca in cui la società si stava trasformando rapidamente.

Una curiosità: parigi capitale del manifesto

Parigi fu senza dubbio la capitale mondiale del manifesto pubblicitario nell’Ottocento. Strade, teatri e caffè erano letteralmente tappezzati da locandine colorate che promuovevano spettacoli, cabaret, prodotti di consumo. Non a caso, da lì nacquero alcune delle immagini più iconiche del tempo, come i manifesti di Henri de Toulouse-Lautrec per il Moulin Rouge, che ancora oggi rappresentano un simbolo intramontabile di quell’epoca.

Quella febbre di colori e immagini fece scuola in tutta Europa e oltre. In Italia, ad esempio, artisti come Marcello Dudovich furono protagonisti della nascita della cartellonistica moderna, aprendo la strada a un linguaggio visivo che avrebbe accompagnato il Novecento.

La stampa digitale di OutsidePrint: i manifesti come ponte tra passato e presente

I manifesti pubblicitari non sono soltanto un mezzo di comunicazione: sono il punto d’incontro tra arte, storia e marketing. Nati in un contesto di rivoluzioni sociali e industriali, hanno saputo evolversi e adattarsi, senza perdere il loro potere di attrarre lo sguardo e imprimersi nella memoria collettiva. Ancora oggi, in un mondo dominato dal digitale, il manifesto conserva un fascino speciale con la stampa digitale: tangibile, immediato, capace di raccontare storie in un solo colpo d’occhio.

Quindi la prossima volta che vedrete un manifesto colorato in strada, magari uno di quelli realizzati da OutsidePrint, vi tornerà probabilmente in mente che state guardando un pezzo di storia vivente, frutto di una lunga evoluzione che parte dall’Ottocento e arriva dritta fino a noi.

Manifesto pubblicitario | Jules Cheret
Manifesto pubblicitario | Lautrec
Manifesto pubblicitario | Lautrec

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